
Il Bollettino economico trimestrale di Banca d’Italia fornisce informazioni sull’andamento dell’economia italiana, inquadrandolo nel più generale contesto economico internazionale e dell’area dell’euro, nei suoi aspetti più rilevanti: economia reale, conti pubblici, attività delle banche, mercati finanziari.
Dal Bollettino Economico n. 3 – 2025, emerge che:
- La crescita mondiale risente di un clima di incertezza e instabilità elevate: il quadro internazionale è gravato da una perdurante instabilità politica e dai conflitti in corso. Una grande incertezza continua a caratterizzare le politiche commerciali, alimentata da una sequenza di annunci, sospensioni e contenziosi, nonché dall’imprevedibilità degli esiti dei negoziati tra gli stati uniti e i principali partner commerciali. Ne risente l’attività economica globale.
- L’evoluzione recente del PIL dell’area riflette gli andamenti delle importazioni statunitensi: nei primi tre mesi del 2025 la crescita economica dell’area è stata superiore alle attese. La dinamica del prodotto è stata sostenuta dall’anticipazione delle esportazioni verso gli Stati Uniti in vista dell’inasprimento dei dazi. Nei mesi primaverili l’attività dell’area si è indebolita, risentendo del venire meno della forte domanda statunitense e di una dinamica della domanda interna ancora frenata dall’elevata incertezza. L’instabilità delle politiche commerciali e dello scenario geopolitico rappresenta il principale fattore di rischio per le prospettive della crescita e dell’inflazione.
- La BCE ha ridotto i tassi ufficiali: nelle riunioni di aprile e di giugno il Consiglio direttivo della BCE ha ulteriormente ridotto il tasso di interesse sui depositi presso l’Eurosistema per un totale di 50 punti base, portandolo al 2%. La diminuzione complessiva, pari a 200 punti base dall’avvio del ciclo di allentamento della politica monetaria nel giugno 2024, continua a trasmettersi al costo del credito.
- In Italia è proseguita la crescita dell’attività economica: il PIL dell’Italia è cresciuto nel primo trimestre dello 0,3% rispetto al periodo precedente, grazie all’aumento di consumi e investimenti e, in misura minore, della domanda statunitense. Dopo la prolungata riduzione iniziata nel 2022, sono emersi segnali positivi per l’attività manifatturiera, che rimane tuttavia esposta all’instabilità del contesto internazionale. Sulla base delle valutazioni, nel secondo trimestre il prodotto ha rallentato. Alla dinamica contenuta dei consumi delle famiglie e della spesa per investimenti, che risentono del basso clima di fiducia e dell’elevata incertezza, si è associato l’indebolimento della domanda estera. L’attività è aumentata sia nell’industria sia nei servizi. Secondo le più recenti proiezioni il PIL crescerà dello 0,6 % nel corso del 2025 e di circa lo 0,8 nella media del biennio successivo. Il quadro previsivo è soggetto a una significativa incertezza riconducibile in particolare all’evoluzione delle tensioni geopolitiche e commerciali.
- L’occupazione continua a crescere: nel primo trimestre il numero degli occupati è salito nuovamente (dello 0,7% rispetto al trimestre autunnale). Le ore lavorate sono aumentate nei servizi e nelle costruzioni, ma non nella manifattura, dove è ancora lievemente cresciuto il ricorso agli strumenti di integrazione salariale. Il tasso di disoccupazione è su valori bassi nel confronto storico; quello di partecipazione ha segnato un nuovo rialzo. L’andamento delle retribuzioni contrattuali si è mantenuto superiore all’inflazione, ma in termini reali esse restano ancora al di sotto dei livelli del 2021. Nel secondo trimestre il numero degli occupati ha continuato a salire, sebbene in misura più limitata, mentre la dinamica salariale si è lievemente indebolita.
- L’inflazione resta contenuta e prosegue la flessione del costo del credito: in primavera l’inflazione è rimasta attorno al 2%, così come la sua componente di fondo, che ha riflesso una dinamica molto debole per i prezzi dei beni non energetici e una più sostenuta dei servizi. Le attese di inflazione di famiglie e imprese si confermano moderate. Nelle proiezioni, l’inflazione al consumo sarà in media pari all’1,5% quest’anno e il prossimo, e risalirà al 2 nel 2027. La riduzione dei tassi ufficiali ha continuato a trasmettersi al costo della raccolta delle banche e a quello del credito. La contrazione dei finanziamenti alle società non finanziarie si è attenuata, ma rimane rilevante per le piccole imprese. La domanda di credito è ancora contenuta, mentre le politiche di offerta restano improntate alla prudenza, in ragione dell’elevata incertezza sulle prospettive economiche. Le imprese esportatrici hanno ridotto il ricorso a prestiti a più lunga scadenza, in genere destinati a finanziare investimenti in beni strumentali e ampliamenti della capacità produttiva.
- La Commissione europea ha valutato positivamente il percorso di rientro dell’Italia dal disavanzo eccessivo: sulla base delle stime aggiornate del documento di finanza pubblica 2025 dello scorso aprile, l’evoluzione della spesa netta è coerente con quanto concordato in sede europea. Nel pacchetto di primavera del semestre europeo diffuso all’inizio di giugno, la Commissione ha valutato positivamente il percorso di rientro del disavanzo dell’Italia nell’ambito della procedura per i disavanzi eccessivi.