
Il 2024 registra un nuovo picco degli strumenti di composizione delle crisi come procedimenti unitari e misure cautelari e protettive. L’Osservatorio procedure e liquidazioni di Cerved mostra infatti che dopo anni di calo culminati nel giugno 2020, nell’ultimo biennio hanno ripreso a crescere i fallimenti tra le società italiane.
Secondo lo studio le procedure concorsuali fallimentari in tutt’Italia sono cresciute sia nel 2023 (più 9,8%) che nel 2024 (ben del 17,2%) che in valori assoluti equivalgono a 7.848 casi nel 2023 e 9.194 nell’ultimo anno, concentrati soprattutto nel Nord Ovest del Paese (30% delle procedure).
Questo peggioramento, causato dal forte incremento dei costi, soprattutto energetici, e degli oneri sui debiti, oltre che dal deteriorarsi della congiuntura economica, ha colpito in particolare il settore delle Costruzioni che accorpa il 18,7% dei fallimenti (1.718 casi), con un incremento nel 2024 del 25,7%. A incidere in particolar modo è l’aumento delle procedure concorsuali gravi tra le imprese edili e tra le società impiantistiche per l’edilizia che raggiungono rispettivamente il 33% (1.260 casi) e il 43,5% (221 casi) scontando il termine della stagione dei bonus.
Tuttavia, il settore delle Costruzioni sorprende per divergenze nella congiuntura: se da un lato si dimostra colpito da un gran numero di società in stato di fallimento, dall’altro è il secondo per numero di aziende in cerca di personale in Italia, nel primo trimestre del 2025 – cfr. dati sistema Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro.