“Il patto per l’Industria pulita”: le Osservazioni ANCE sulla Comunicazione della Commissione europea

La nostra Associazione nazionale, l’ANCE, ha partecipato al ciclo di audizioni previste dalla Commissione Attività produttive della Camera, nell’ambito dell’esame della Comunicazione della Commissione europea “Il patto per l’industria pulita: una tabella di marcia comune verso la competitività e la decarbonizzazione” (COM (2025) 85 final), documento su cui ANCE esprime una valutazione complessivamente positiva, ritenendolo coerente, almeno nella sua impostazione generale, con molte delle priorità sostenute dall’ANCE in ambito europeo, in particolare nei settori della circolarità, della sostenibilità, della competitività, della semplificazione, degli incentivi, della riduzione della burocrazia e dell’armonizzazione normativa tra i vari paesi.

Riportiamo, di seguito, una sintesi dei temi su cui si è incentrata la Memoria inviata dall’ANCE, disponibile in allegato:

 1) Sostenibilità dei prodotti industriali e misurazione dell’intensità del carbonio

Nell’ambito del paragrafo 3.1, relativo ai criteri diversi dal prezzo negli appalti pubblici, viene posta in rilievo l’importanza della misurazione dell’intensità di carbonio dei prodotti industriali, tra cui quelli da costruzione. È fondamentale armonizzare le etichettature esistenti relative alla sostenibilità di tali prodotti, definendo regole univoche per la dichiarazione delle prestazioni ambientali dei prodotti e dei materiali da costruzione. Il nuovo Regolamento UE (2024/3110) stabilisce che la dichiarazione di prestazione (DoP) dei prodotti da costruzione debba includere le prestazioni ambientali lungo il loro intero ciclo di vita. Pertanto, la DoP definirà gradualmente un set di caratteristiche “green”. Qualora dovessero essere rese disponibili contemporaneamente diverse informazioni sulle prestazioni ambientali, è di fondamentale importanza che siano allineate tra loro, per evitare che gli operatori debbano gestire diversi etichette/marchi con dati potenzialmente sovrapposti o addirittura duplicati. Analogamente, occorre evitare che il nuovo marchio si traduca in una “corsa al certificato” con mere finalità di marketing, a discapito della qualità complessiva dei prodotti. Per questo, sarà necessario implementare anche un sistema di vigilanza e controlli efficiente.

 2) Misure d’incentivazione dei progetti di decarbonizzazione industriale

È necessario che il settore delle costruzioni sia al centro di una politica industriale mirata, in grado di accompagnarlo efficacemente nella delicata fase di transizione green e tech. E’ evidente l’esigenza, sentita a livello europeo, ma avvertita con forza anche dal sistema produttivo italiano, di adottare una politica industriale in chiave green e tech che intervenga su due fattori: la trasformazione in chiave green dei processi produttivi, funzionale alla decarbonizzazione industriale e la riduzione dei consumi energetici degli edifici strumentali all’attività industriale. In linea generale, tenuto conto che gli obiettivi di decarbonizzazione interessano e vincolano comunque tutti gli Stati membri, occorre delineare una politica comune prevedendo incentivi fiscali o finanziari con caratteristiche generali comuni, che, poi, ciascun Paese declinerà in funzione della specificità del sistema produttivo nazionale e dello stato dei relativi consumi energeticiin termini sia di processi di produzione, che del parco immobiliare a destinazione produttiva. In linea generale, gli elementi che si ritengono imprescindibili sono:

– quadro normativo stabile con orizzonte temporale di lungo periodo;
– procedure d’accesso semplificate;
– modulazione degli incentivi in funzione degli obiettivi conseguiti;
– adattamento degli incentivi alle specificità dei vari settori produttivi;
– sistemi di qualificazione delle imprese esecutrici degli interventi; a garanzia della qualità; trasparenza e affidabilità dell’offerta.

 3) Circolarità

In merito al capitolo n. 5 “Alimentare l’economia circolare: un accesso sicuro ai materiali e alle risorse”, ANCE condivide la necessità di sfruttare la circolarità come motore dell’innovazione e, in virtù della manifestata volontà della Commissione a dialogare con i portatori di interessi per individuare azioni e misure che consentano interventi trasformativi verso la circolarità, riteniamo utile segnalare alcuni ambiti che meritano un’attenzione particolare, per permettere un’azione più decisa e, quindi, più efficace affinché gli obiettivi dichiarati nel documento possano essere effettivamente raggiunti. ANCE si riferisce, in particolare, al tema dell’End of Waste e ai sottoprodotti. Lo sviluppo della normativa EoW a livello europeo – e di conseguenza a livello nazionale – risulta ancora troppo limitato. In Italia, ad esempio, è stato recentemente adottato un importante provvedimento, il Decreto n. 127/2024, che disciplina la cessazione della qualifica di rifiuto degli inerti da demolizione e costruzione e che sicuramente avrà degli impatti importanti; tuttavia, permangono ancora numerosi ambiti e tipologie di rifiuti nei quali è necessario intervenire, al fine di incentivare in modo efficace l’utilizzo di questi materiali. Sarà quindi fondamentale rafforzare le azioni già previste all’interno della strategia europea, prevedendo obiettivi più ambiziosi non solo per la riforma della disciplina sugli EoW e i sottoprodotti – per renderla uniforme, accessibile e coerente con i principi dell’economia circolare – ma anche per lo sviluppo di una cultura per il recupero. In tal senso, è essenziale sensibilizzare stazioni appaltanti, progettisti, professionisti, operatori e consumatori sulle qualità, le caratteristiche e i possibili utilizzi dei materiali recuperati. Tutto ciò dovrà necessariamente essere accompagnato da un sistema efficace di incentivi economici, fiscali e premiali, capace di orientare le scelte del mercato verso l’utilizzo di materie prime seconde e di premiare comportamenti virtuosi lungo l’intera filiera.

 4) Competenze e posti di lavoro di qualità per l’equità sociale e una transizione giusta

In merito al capitolo n. 7, relativo alle “Competenze e posti di lavoro di qualità per l‘equità sociale e una transizione giusta”, ANCE condivide la necessità di garantire una transizione giusta che faccia leva sulle competenze dei lavoratori al fine di offrire posti di lavoro di qualità che attraggano i migliori talenti. Ritiene fondamentale, infatti, favorire un miglior accesso alle competenze investendo su una formazione continua lungo tutto l’arco della vita professionale (“lifelong learning”) e su un sistema semplificato di riconoscimento delle qualifiche dei lavoratori. È inoltre essenziale favorire la trasferibilità delle competenze mantenendo un equilibrio adeguato con gli elevati standard in materia di salute e sicurezza per evitare un abbassamento dei livelli di tutela.

 

Per il dettaglio della posizione ANCE si veda il documento consegnato agli atti della Commissione.

 

 



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