
Si è tenuta Giovedì 3 luglio 2025 l’Audizione ANCE (link alla registrazione), presieduta dalla Presidente Federica Brancaccio, sul DL Economia, presso la Commissione Bilancio del Senato.
L’ANCE accoglie positivamente alcune importanti misure per il sostegno alle imprese e alle infrastrutture contenute nel Decreto in esame, a partire dalla scelta del Governo di istituire un Fondo nazionale da ripartire per la rigenerazione urbana: “Un segnale concreto dell’impegno pubblico a sostegno delle politiche di riqualificazione delle città che potrebbe consentire di giungere finalmente all’approvazione di un Testo per la rigenerazione urbana”. La dotazione complessiva di 80 milioni di euro per il biennio 2025-2026 rappresenta un primo passo per costituire uno strumento in grado di sostenere le iniziative che l’impianto normativo in discussione al Senato potrà garantire nel futuro. L’ANCE auspica pertanto che il Fondo possa essere rapidamente integrato in modo coerente anche con i finanziamenti dei fondi strutturali europei 2021-2027, nel rispetto degli obiettivi definiti dall’Accordo di Partenariato.
La Presidente Brancaccio ha, tuttavia, evidenziato alcune criticità della norma, in particolare per quanto riguarda i progetti finanziati dal PNRR che hanno ricevuto supporto finanziario dal Fondo per le opere indifferibili (FOI) e il nodo, ancora non sciolto, dell’aumento dei costi dei materiali da costruzione: “Questo provvedimento è stato fondamentale per il settore, considerando che fra il 2023 e il 2024 ha coinvolto circa 17.000 cantieri. Tuttavia, una serie di interventi normativi successivi, non sempre coordinati, ha creato situazioni di disparità di trattamento che rischiano di generare un contenzioso diffuso”.
L’esclusione dall’aggiornamento prezzi (comma 6-ter dell’articolo 26), in fase esecutiva, dei contratti che hanno avuto accesso al Fondo per l’avvio delle opere indifferibili “sta già producendo effetti distorsivi e blocchi operativi su oltre 5.000 cantieri che vedono coinvolte 2.500 imprese”. Per l’Associazione, infatti, le Stazioni Appaltanti stanno applicando un’interpretazione restrittiva della norma, escludendo tutti i contratti che hanno beneficiato del FOI, senza distinguere tra lavorazioni già coperte dal fondo e quelle successive: “Questo approccio è incoerente con la ratio della norma: il FOI interveniva in fase di progettazione, per adeguare il quadro economico, mentre l’articolo 26 riguarda la fase esecutiva e le variazioni oggettive dei prezzi. Sono due strumenti del tutto distinti”.
A ciò si aggiunge che molti di questi contratti, relativi al FOI, non hanno potuto beneficiare delle clausole di revisione dei prezzi previste dal DL SOSTEGNI-TER perché i relativi Decreti ministeriali non sono mai stati emanati. Di conseguenza, queste imprese si trovano oggi senza alcun meccanismo di adeguamento. L’ANCE suggerisce la proposta di un chiarimento normativo che consenta di applicare le misure compensative dell’art. 26 anche ai contratti FOI, limitando l’esclusione solo alle lavorazioni già coperte dal fondo nell’anno di riferimento. In subordine, l’introduzione di un meccanismo revisionale ad hoc per questi contratti, applicabile dal 1° gennaio 2025, che permetta di utilizzare i prezzari annualmente aggiornati, ricorrendo alle risorse interne. In caso di insufficienza, le Stazioni Appaltanti in ultima analisi potranno procedere alla rimodulazione della programmazione triennale e dell’elenco annuale degli interventi.
Positivo anche il giudizio sulle altre misure contenute nel Decreto, dal ripristino dei 350 milioni di euro per il biennio 2025-2026 stanziati per la manutenzione delle strade provinciali “La misura recepisce le ripetute richieste dell’Associazione che ha fin da subito denunciato i rischi derivanti dal disinvestimento in un settore importante come quello stradale. È tuttavia opportuno sottolineare che i tagli disposti dalla manovra 2025 non si esauriscono nel biennio in corso, ma si estendono fino al 2036. Una riduzione significativa, che mette a rischio la continuità degli investimenti locali, compromettendo programmi di manutenzione programmata fondamentali per una mobilità sicura e sostenibile. Alla luce di ciò. l’ANCE ritiene indispensabile, nei prossimi provvedimenti, ripristinare integralmente le risorse tagliate, in modo da garantire la continuità degli investimenti infrastrutturali locali e consentire una pianificazione efficace da parte degli enti territoriali e degli operatori economici”, alle misure per la ricostruzione post-sisma del 2016 che prevedono l’applicabilità del Superbonus nella misura del 110% anche per le spese sostenute nel 2026 per gli interventi sugli immobili interessati dagli eventi sismici in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria dal 24 agosto 2016, a condizione che il beneficio fiscale sia fruito mediante le opzioni per lo sconto in fattura e la cessione del credito “Queste misure consentiranno di proseguire il positivo lavoro svolto dalla struttura Commissariale guidata da Guido Castelli”.