
Il Rapporto annuale sugli investimenti sostenibili e sui rischi climatici della Banca d’Italia descrive il modo in cui l’Istituto gestisce l’attività d’investimento dei propri portafogli non di politica monetaria, e in particolare come tiene conto dei rischi di sostenibilità e climatici (cambiamento climatico, perdita di biodiversità, condizioni sociali e lavorative deteriorate, nonché meccanismi di governo delle imprese inadeguati).
Il Rapporto dedica un capitolo a ciascuno dei quattro profili indicati dalla task force per la diffusione di informazioni finanziarie collegate ai rischi climatici:
1) il governo degli investimenti;
2) la strategia
3) la gestione dei rischi;
4) gli indicatori e gli obiettivi.
Sebbene il ruolo principale nel contrastare il cambiamento climatico e i rischi ESG (Environmental, Social and Governance) spetti ai governi, anche le banche centrali e le autorità di vigilanza possono condizionare la loro capacità di conseguire gli obiettivi istituzionali relativi alla stabilità dei prezzi, del sistema finanziario e dei singoli intermediari.
Infatti, dal 2019, la Banca d’Italia ha iniziato a utilizzare criteri ESG nella gestione dei propri portafogli non di politica monetaria. Nella Carta degli investimenti sostenibili, pubblicata nel 2021, la Banca ha definito tre linee di azione strategica:
a) promuovere la diffusione di informazioni sulla sostenibilità da parte degli emittenti e degli operatori del sistema finanziario;
b) integrare i principi ESG nella gestione dei propri investimenti, contribuendo così alla diffusione di buone pratiche in questo campo;
c) pubblicare dati e analisi sulla finanza sostenibile, comunicare periodicamente i risultati conseguiti, nonché contribuire alla diffusione della cultura ESG nel sistema finanziario e tra i cittadini.