L’intervento del Presidente Fornaciari al seminario “La Parità di genere nel PNRR”

Si è tenuto ieri pomeriggio il seminario “La Parità di genere nel PNRR”, organizzato dalla Città metropolitana, in accordo con il Comune di Bologna, presso la Sala del Consiglio della Città metropolitana.

L’incontro ha avuto l’obiettivo di stimolare un confronto fra le Istituzioni e gli esponenti delle categorie economiche, sindacali e degli Enti Locali del territorio, sulle azioni da promuovere sul territorio metropolitano per favorire la parità di genere in quegli ambiti in cui il lavoro delle donne è particolarmente contenuto, come il settore edilizio. L’occasione per promuovere la parità di genere è rappresentata dal PNRR, nell’ambito del quale è un obiettivo prioritario.

Dopo l’apertura dei lavori da parte di Simona Lembi (Responsabile del Piano per l’Uguaglianza della Città metropolitana di Bologna), Emily Clancy (Vicesindaca Comune di Bologna) e Anna Lisa Boni (Assessora Comune di Bologna), e le relazioni di Chiara Goretti (Coordinatrice della Segreteria Tecnica del PNRR, Presidenza del Consiglio dei Ministri), Veronica Grembi (Professoressa di Economia Politica alla Sapienza di Roma) e Aline Pennisi (Unità di missione NG-EU, Ministero dell’Economia e della Finanza), si sono susseguiti gli interventi di autorevoli esponenti delle categorie economiche, sindacali e degli Enti Locali del territorio.

Tra di essi, il primo a prendere la parola è stato il Presidente della nostra Associazione, Leonardo Fornaciari, che ha rimarcato l’importanza della sfida, ma anche l’enorme opportunità, rappresentate dal PNRR, in generale e, nello specifico, nell’ambito della parità di genere: “Per quanto riguarda il nostro settore, quello edile, tradizionalmente noto per una prevalente presenza di lavoro maschile per i ruoli produttivi, i dati più recenti offrono un chiaro segnale circa la sempre più crescente importanza del ruolo delle donne nelle costruzioni. Infatti, a livello nazionale le imprese femminili registrate nel settore delle costruzioni sono in crescita, e al 31 dicembre 2021 risultano pari a 55.075: questi dati testimoniano l’importante cambiamento cui si sta assistendo nel settore edile.”

“In questo contesto il PNRR rappresenta certamente un momento importante per favorire e valorizzare la presenza femminile nel mondo delle costruzioni” ha continuato il Presidente. “Tra le molteplici misure poste in essere meritano menzione la Certificazione della Parità di Genere nelle imprese e le Linee Guida per promuovere l’occupazione femminile nei contratti pubblici finanziati con le risorse del PNRR e del PNC.

La prima misura costituisce un importante strumento al fine di attestare le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità. La seconda misura ha introdotto linee guida volte a favorire le pari opportunità di genere e generazionali, nonché l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità nei contratti pubblici finanziati con le risorse del PNRR e del PNC.

Alcune delle misure previste dalle predette disposizioni si applicano alle procedure di gara e ai contratti PNRR e PNC senza necessità di inserimento da parte delle stazioni appaltanti di specifiche previsioni nei bandi di gara (come, ad esempio, la consegna della relazione di genere sulla situazione del personale maschile e femminile, per operatori economici che occupano da 15 a 50 dipendenti).

Per altre misure, invece, occorre che le stazioni appaltanti prevedano nei bandi di gara apposite clausole dirette all’inserimento, come requisiti necessari e come ulteriori requisiti premiali dell’offerta, di criteri orientati a promuovere l’imprenditoria giovanile, l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, la parità di genere e l’assunzione di giovani di età inferiore a trentasei anni e di donne. Così, ad esempio, costituiscono requisiti necessari dell’offerta l’assunzione dell’obbligo di assicurare, in caso di aggiudicazione del contratto, una quota pari almeno al 30 per cento delle assunzioni necessarie per l’esecuzione del contratto o per la realizzazione di attività ad esso connesse o strumentali, sia all’occupazione giovanile sia all’occupazione femminile. Con riferimento, invece, agli ulteriori requisiti premiali dell’offerta, può essere prevista nel bando l’assegnazione di un punteggio aggiuntivo, ad esempio, in caso di utilizzo o impegno a utilizzare specifici strumenti di conciliazione delle esigenze di cura, vita e lavoro per i propri dipendenti, nonché modalità innovative di organizzazione del lavoro, ovvero impegno ad assumere, oltre la soglia minima percentuale prevista come requisito di partecipazione, persone con disabilità, giovani di età inferiore a 36 anni, e donne, per l’esecuzione del contratto.

Nella pratica, e qui parlo anche da imprenditore, sarà importante verificare come saranno concretamente attuate le misure del PNRR.

Prendiamo ad esempio il Piano asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia, che vale circa 4,6 miliardi di euro. È anche quello a cui il PNRR destina più fondi tra le 34 misure per la parità di genere. Esso ha la finalità di migliorare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e la conciliazione tra vita familiare e professionale. A regime dovranno essere creati 264.480 nuovi posti negli asili. Ad esso si aggiunge, con finalità simili, il piano per l’estensione del tempo pieno e mense che prevede la costruzione o la ristrutturazione degli spazi delle mense e delle palestre per un totale di circa 1.000 edifici entro il 2026.

Chi farà questi lavori? A che condizioni? Quali saranno i prezzi? Chi di dovere saprà gestire variabili quali il caro dei materiali e dell’energia, l’interruzione della catena degli approvvigionamenti e delle materie dovuti in parte al post-pandemia e in parte alla situazione politica internazionale?

Che il PNRR sia un’occasione di crescita non solo economica ma anche sociale è fuor di dubbio. Ma, come ci insegna l’esperienza passata, l’Italia ha purtroppo ha un pregresso di inefficienza nell’utilizzo dei fondi europei. L’auspicio è che questa volta ciascuna istituzione, PA, ente, impresa coinvolta nel PNRR abbia ben chiara la posta in gioco e l’irripetibilità dell’occasione che abbiamo davanti.”