
Si è tenuta Mercoledì 9 luglio 2025 l’Assemblea Pubblica della nostra Associazione regionale, ANCE Emilia-Romagna, presso l’Opificio Golinelli, a Bologna, che ha visto la presentazione della ricerca realizzata dal CRESME «Residenza e occupazione in Emilia-Romagna: costruire risposte per generare futuro» sulle criticità dell’abitare in Emilia Romagna e la tavola rotonda dedicata all’approfondimento dei contenuti emersi e discuterne ricadute e prospettive, anche in relazione al Piano Casa ANCE-Confindustria, in cui sono intervenuti Maurizio Croci, Presidente di ANCE Emilia-Romagna, Giovanni Paglia, Assessore regionale alle Politiche abitative e giovanili, Stefano Betti, Vice Presidente ANCE e Presidente di ANCE EMILIA, Raffaele Laudani, Assessore all’Urbanistica del Comune di Bologna, e Gabriele Buia, Presidente UPI.
Lo studio stima, nei prossimi dieci anni, una domanda di quasi 70.000 nuovi alloggi nella nostra Regione, un dato che evidenzia un divario strutturale con l’attuale capacità produttiva, ferma a 1.230 abitazioni all’anno.
Il Presidente Croci ha così commentato il punto: “La quota di edilizia residenziale sociale prevista in caso di nuove costruzioni, soprattutto in locazione, risulta oggi «economicamente insostenibile». Il sistema attuale rende sempre più difficile per le imprese realizzare nuove abitazioni, sia a mercato libero sia di ERS. Servono regole aggiornate, partenariato pubblico-privato, strumenti urbanistici più efficaci e una strategia condivisa per rispondere alla crescente domanda abitativa delle famiglie più fragili e dei giovani”.
In particolare, tra il 2013 e il 2023, la popolazione è cresciuta di 16.500 abitanti, mentre le famiglie sono aumentate di quasi 50 mila unità. Per il prossimo decennio si stimano altre 46-67.000 nuove famiglie: la domanda abitativa è alimentata non solo dalla crescita demografica, ma soprattutto dalla frammentazione dei nuclei familiari. La domanda teorica di 69.000 case richiederebbe, insomma, almeno 6.900 nuovi alloggi all’anno, cinque volte di più rispetto a oggi.
Come noto, studenti e affitti brevi rappresentano «pressioni crescenti sul mercato» con prezzi di vendita che tra il 2019 e il 2024 sono cresciuti in modo disomogeneo: dal +25% a Reggio Emilia al +22% a Parma fino al +2,1% dell’area di Forlì-Cesena, mentre Ferrara è la città più economica. Tra inflazione e crisi delle materie prime, il Presidente Croci sostiene che per ottenere un equilibrio economico sarebbe allora necessario un aumento dei prezzi di vendita (+20%) e dei canoni di affitto (+50%, da 80 a 120 euro al mese). A Bologna, per esempio, il Comune ha fissato l’ambizioso obiettivo di 7.500 alloggi ERS in dieci anni, prevedendone almeno il 20% nelle nuove costruzioni private. Per raggiungere il traguardo servirebbero però 37.500 abitazioni, 3.750 alloggi all’anno contro gli 800 attuali.
Questo divario rischia di aggravare l’accesso alla casa sia per chi è alla ricerca di alloggi nel mercato libero sia per chi può rivolgersi all’ERS.
Secondo l’Assessore Laudani “abbiamo in città 13.000 alloggi vuoti e grandi aree militari, industriali e ferroviarie. Abbiamo lavorato a una variante urbanistica e adesso a una seconda variazione, non possiamo rinunciare all’interesse pubblico”. Anche l’Assessore Paglia raccoglie l’appello, assicurando che “abbiamo bisogno di tutti per una grande alleanza per la casa e abbiamo appena lanciato il Piano per la ristrutturazione di 3.500 alloggi pubblici in due anni. Togliamo da ERP questi immobili vuoti e li mettiamo in ERS”.
Maurizio Croci ha così concluso il suo intervento: “Le imprese di costruzione sono pronte a fare la loro parte, ma i modelli attuali non consentono una produzione sostenibile di alloggi sociali. Occorre una strategia condivisa tra tutti gli attori del sistema. Per i costruttori dialogare significa anche sgomberare il campo dall’articolo 34 della Legge Regionale 24/2017 che impone una quota minima del 20% di alloggi ERS rispetto a un’80% di edilizia libera”.
La discussione ha portato all’idea di aprire al più presto un tavolo cui partecipino tutti i soggetti interessati per dar vita a un confronto proprio sui numeri.
Si allega la sintesi della presentazione della ricerca elaborata dal CRESME dal titolo “Residenza e occupazione in Emilia-Romagna: costruire risposte per generare futuro”.
La ricerca completa sarà disponibile nei prossimi giorni.