Rapporto Congiunturale e Previsionale CRESME: “Effetto frenata Superbonus, inizia il calo per le Costruzioni”

CRESME ha presentato il suo “XXXV Rapporto Congiunturale e Previsionale: il Mercato delle Costruzioni 2024″, ieri, 5 dicembre 2023, a Milano.

Dai dati anticipati dal Sole24Ore, emergono i numeri che stanno attraversando il settore delle Costruzioni: lo scenario 2024 per le Costruzioni in Italia porta il segno negativo: -8,5% di investimenti.

Il 2024 si annuncia per le opere l’anno della grande frenata, una tempesta perfetta scatenata dalla sovrapposizione dei due grandi protagonisti che tengono banco nel settore: la chiusura del Superbonus e l’incognita sui cantieri del PNRR che per ora dispiega una valanga di bandi e di contratti firmati.

Il totale del valore della produzione nel 2023 sfonda quota 300 miliardi (235,6 miliardi di investimenti), contro i 289 miliardi del 2022 e i 231 del 2021, ma l’anno secondo le stime di CRESME si chiuderà comunque con il segno negativo a -0,6% a valori costanti: è l’effetto del -4,6% degli investimenti in rinnovo di cui -11,4% di flessione nel residenziale, attutito da +10,4% degli investimenti nelle nuove costruzioni, di cui +29,7% delle opere pubbliche. I due elementi mescolati sono il risultato di una tendenza più profonda e permanente, senza nuove misure e strategie. Le stime 2024 raccontano che gli investimenti nel rinnovo l’anno prossimo crolleranno di quasi 15 punti percentuali di cui circa il 26% nel residenziale.

Questo evidenzia che, per più della metà del suo valore, il settore delle Costruzioni è legato agli incentivi fiscali, poiché il 56,2% del valore della produzione pari a 167 miliardi di euro ha viaggiato nel 2023 sotto il segno della manutenzione straordinaria. Il precipizio vale 39 miliardi a valori correnti e considerando l’inflazione -34,3%, per la precisione -11,6% nel 2023 e – 25,8% nel 2024. 

Per quanto riguarda le opere pubbliche, secondo CRESME, tra il 2022 e 2024 il mercato crescerà del 36% a valori correnti, pari a 18,5 miliardi di euro in più, grazie alla sfida del PNRR, che l’anno prossimo dovrebbe passare dalla fase delle gare a quella esecutiva con la messa a terra dei cantieri. Complessivamente gli investimenti nelle nuove costruzioni segnano +10,4% nel 2023 e +6,8% nel 2024.

I numeri complessivi sono sbalorditivi: il costo totale di opere strategiche e prioritarie raggiunge i 448 miliardi di euro contro disponibilità per 315 miliardi. Infine, tra gennaio 2019 e ottobre 2023 sono stati messi in gara 274 miliardi di euro di lavori pubblici e ne sono stati aggiudicati 224.

Per impatto sul valore della produzione, le nuove costruzioni occuperanno solo il 22,2% del totale, con un volume di 66,7 miliardi di euro.

Per quanto riguarda l’edilizia residenziale va ancora peggio: il 7,5% pari a 22 miliardi circa.

Le previsioni non lasciano sperare in un salto di qualità nemmeno per il futuro visto che il CRESME prevede una crescita dell’1,9% a valori correnti tra il 2002 e 2024 (-1,8% a valori costanti) che però in parte si deve a realizzazioni già avviate.