L’occupazione nel settore edilizia in crescita del 14% rispetto al 2019

I lavoratori occupati iscritti alle casse edili sono cresciuti dai 447.329 medi del periodo ottobre 2018 – settembre 2019 ai 461.127 del periodo ottobre 2019 – settembre 2020, fino ai 509.608 del periodo ottobre 202o – settembre 2021.

L’occupazione è cresciuta, quindi, di 62mila unità e del 13,9% rispetto al 2019. La fotografia è sostanzialmente confermata dal parametro delle ore lavorate: siamo a 633.7 milioni nel periodo ottobre 2020 – settembre 2021 contro i 512,1 milioni di un anno prima e i 570,1 milioni del periodo ottobre 2o18 – settembre 2o19. Rispetto al periodo pre-pandemia ci sono quindi 63,6 milioni di ore lavorate in più (+11,1%). Stesse tendenze si verificano sul numero delle imprese iscritte (da 101.305 a 108440 in due anni) e sulla massa salariale (da 6.209 milioni 7,066 milioni in due anni).

Sono numeri pesanti quelli che hanno fornito alla due giorni organizzata dalle Casse edili a Verona il presidente della Conferenza Nazionale delle Casse edili, Carlo Trestini, che è anche Presidente di Ance Verona, e il suo vice in CNCE, Antonio Di Franco della Filt Cgil. I dati hanno fatto da corredo a un dibattito centrato sui temi dell’occupazione in edilizia, con una particolare attenzione alla sicurezza del lavoro e a una delle criticità maggiori in questo momento, la difficoltà delle imprese a trovare manodopera. Su questo secondo punto è venuta fuori dal dibattito e da un’intervista registrata al Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, una notizia finora inedita.

Nelle settimane scorse, ANCE con Fillea-Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno inviato una lettera ai ministri del Lavoro Orlando e dell’Interno Lamorgese per chiedere un incontro (già accordato) per definire «uno specifico protocollo finalizzato all’integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati provenienti dai Paesi extracomunitari, con una particolare attenzione a coloro che provengono da quei Paesi dove incombono guerre e dittature». L’iniziativa – scrivono le parti sociali – «potrebbe prevedere come progetto pilota l’effettuazione di percorsi formativi mirati presso gli enti bilaterali del nostro sistema, con l’obiettivo di un successivo inserimento lavorativo, al fine di offrire una prospettiva di vita e un’opportunità di lavoro». Proprio a Verona e ad Ascoli Piceno si sono già conclusi progetti pilota che hanno portato a contratti di lavoro per immigrati. Il presupposto della richiesta è che la prospettiva del settore con il Superbonus, il PNRR e la ripresa del mercato immobiliare «è quella di un ritorno, a medio termine, ai livelli occupazionali registrati prima della crisi». I sindacati e il Presidente di ANCE Nazionale, Gabriele Buia, hanno nuovamente chiesto a Verona anche un sistema di qualificazione delle imprese per il settore privato o, almeno, per i lavori incentivati con il Superbonus.

 

Fonte: Il Sole 24 Ore