Il Mercato degli Appalti 2023: anno record per le Opere pubbliche secondo il rapporto di CRESME

Sul Cresme Daily, la newsletter di CRESME a cura di Giorgio Santilli, è stato pubblicato il Rapporto sul Mercato degli Appalti per l’anno 2023.

Per CRESME, il 2023 registra dati record per bandi e procedure avviati: si parla di cifre pari a 93,9 miliardi di euro (+13% rispetto al 2022).

Questo dato conferma che una straordinaria macchina amministrativa e progettuale è stata messa in moto dal PNRR nel 2022 ed è continuata nel 2023.

Il Dossier CRESME racconta anche del clamoroso boom dei Comuni che passano da 11,8 a 24,6 miliardi (+108%), nonostante la revisione del PNRR abbia sacrificato 10 miliardi di euro che erano stati destinati ai progetti comunali, stralciati dal piano europeo e in attesa di finanziamenti alternativi che dovrebbero arrivare con il Decreto Fitto di fine mese.

Altri due dati sono significativi rispetto alle partite politiche collegate al PNRR:

  1. il dato sull’appalto integrato resta una quota molto alta del mercato complessivo (il 36%), rispetto al 2022 quando era al 40%, per un totale di 34 miliardi di euro circa.

Molti identificano l’appalto integrato con il PNRR l’avvio della liberalizzazione di questo strumento contrattuale che però ormai è diventato centrale nel mercato, ben oltre il PNRR;

  1. sull’avvio delle procedure e della pubblicazione dei bandi, il picco è stato a giugno con il dato più alto della storia: 5.164 bandi per 22,66 miliardi, praticamente +364% rispetto al giugno 2022.

 

Con buona probabilità, questa spinta è stata determinata in gran parte dalla “paura del nuovo Codice”, entrato in piena operatività dal 1° luglio. Ma dopo questo picco, nei mesi successivi hanno prevalso i segni meno rispetto al corrispondente del 2022. In particolare dicembre, con 10,1 miliardi messi a gara o avviati a procedura, ha segnato una riduzione del 50% rispetto al dicembre 2022 (che comunque è il secondo dato di tutti i tempi).

Nel 2024 ci si può attendere una flessione da PNRR, mentre sembra da escludere un effetto “Nuovo Codice” in termini di procedure avviate. Potrebbe esserci in numero di bandi sempre per la prevalenza degli affidamenti diretti, che però hanno ormai un monitoraggio abbastanza attento dall’ANAC. Semmai – e gennaio ha dato le prime avvisaglie – potrebbe esserci un temporaneo effetto digitalizzazione per i primi mesi dell’anno, ma sembra un effetto destinato a durare poco.