Caro-materiali e Pnrr, in Gazzetta il Dpcm extra-costi: istanze il 17 ottobre, risorse il 16 novembre, gare il 31 dicembre.

Nel 2023 ci sono molti obiettivi legati proprio allo stato di avanzamento dei progetti rinviati o sospesi e quei traguardi vanno preparati per tempo.

A maggio con il decreto legge 50/2022, in effetti, il governo aveva stanziato – ed era stata proprio una battaglia del ministro Giovannini – 7,5 miliardi per compensare gli extra costi nelle nuove gare del Pnrr.

Nel decreto legge convertito il 15 luglio era previsto – al comma 7-bis dell’articolo 26 – un Dpcm che entro 45 giorni avrebbe dovuto essere emanato per definire le procedure e le regole per la richiesta dei fondi e per la loro ripartizione.

Il Dpcm è stato pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale: prevede espressamente che le risorse siano destinate soltanto a procedure di affidamento avviate entro il 31 dicembre 2022, secondo il cronoprogramma del Pnrr.

Il Dpcm prevede infatti 35 giorni per la presentazione delle istanze di accesso al fondo che quindi potranno arrivare fino al 17 ottobre. Le istanze saranno presentate al Mef dall’amministrazione statale competente (in genere un ministero) dopo che avrà effettuato una istruttoria sulla base della richiesta pervenuta direttamente dalla stazione appaltante.

Il Mef avrà poi altri 30 giorni – e si arriva in questo modo al 16 novembre – per determinare la graduatoria degli interventi tenendo conto dell’ordine di priorità che in prima battuta premia le opere Pnrr e successivamente quelle del Fondo nazionale complementare. Con lo stesso decreto che definisce la graduatoria, il Mef provvede all’assegnazione delle risorse.

A quel punto le amministrazioni centrali comunicheranno alle stazioni appaltanti il provvedimento di assegnazione delle risorse che «costituisce titolo per l’avvio delle procedure di affidamento delle opere, ovvero per l’accertamento delle risorse a bilancio». Nelle procedure avviate le stazioni appaltanti dovranno imporre un termine di quindici giorni per la presentazione delle offerte a decorrere dal decreto del Mef di assegnazione delle risorse.

La procedura prevede anche una possibilità di appello per chi fosse stato escluso dalla ripartizione delle risorse. Le amministrazioni centrali dovranno riscontrare se la stazione appaltante avrà pubblicato o meno il bando ed entro due giorni dovrà segnalare alla Ragioneria chi ha pubblicato il bando e chi no. Le risorse recuperate dalle opere che non avranno rispettato il termine saranno riassegnate dal Mef scorrendo la graduatoria e aggiornando il decreto.

 

FONTE: Il Sole 24 Ore