È stato presentato dall’ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile il documento programmatico “Le sfide della transizione. Lo sviluppo sostenibile e il contributo delle imprese“, che raccoglie l’analisi delle più importanti organizzazioni imprenditoriali italiane di fronte alle sfide poste dal contesto globale attuale, esaminando gli ostacoli che le aziende (in particolar modo quelle di piccole e medie dimensioni) si trovano ad affrontare, e proponendo, al contempo, le possibili soluzioni da mettere in campo, a livello legislativo ma non solo, per accelerare il percorso dell’Italia e dell’Europa verso lo sviluppo sostenibile, in linea con l’Agenda 2030.
In particolare, intende fornire una panoramica dell’impegno concreto delle imprese, in quattro ambiti chiave della transizione:
1. Adattamento e mitigazione del cambiamento climatico
Dall’analisi condotta, le principali criticità riscontrate risultano essere la mancanza di informazioni sull’esposizione ai rischi climatici, la difficoltà di accesso al credito per investimenti a lungo termine e una carenza di competenze tecniche specifiche. Tra le proposte chiave si evidenziano: incentivi specifici per i settori energivori, la riforma della bolletta per alleggerire l’impatto delle parafiscalità sulle piccole e medie imprese (PMI) e la facilitazione dell’accesso al credito e all’assistenza assicurativa.
2. Accesso all’energia rinnovabile e alle risorse
Dal punto di vista energetico, gli interventi più importanti nel processo di transizione hanno a che vedere con le energie rinnovabili, cruciali per l’autonomia energetica, l’inclusione sociale nell’accesso all’energia e la gestione sostenibile di acqua e suolo. Tuttavia, la complessità burocratica del permitting (ovvero delle autorizzazioni necessarie) per i nuovi impianti rinnovabili e l’assenza di un piano nazionale coordinato per la gestione delle emergenze idriche rappresentano i maggiori ostacoli. La proposta è che venga urgentemente semplificato l’iter autorizzativo, sostenuta la creazione di Comunità energetiche rinnovabili e solidali e realizzato un piano infrastrutturale straordinario per nuovi invasi e la manutenzione delle reti idriche.
3. Sviluppo di competenze per gestire la transizione
La transizione passa anche attraverso un deciso rafforzamento delle competenze professionali: la principale criticità è rappresentata dalla difficoltà di reperire personale qualificato con competenze avanzate nelle tecnologie green, nella digitalizzazione e nell’economia circolare, in particolare tra i profili tecnici intermedi. Le proposte avanzate mirano quindi a fornire supporto tecnico e finanziario per la diffusione della formazione continua, a valorizzare il ruolo delle organizzazioni imprenditoriali e delle Camere di Commercio nella governance delle competenze e a rafforzare le sinergie con il sistema educativo.
4. Accesso alla finanza e strumenti per finanziare la transizione
È cruciale rendere il sistema finanziario più inclusivo, facilitando l’accesso ai finanziamenti green e costruendo sinergie tra finanza pubblica e privata. Nell’ambito finanziario, infatti, le difficoltà si concentrano sulle barriere per le PMI, causate dall’eccessiva tecnicità dei requisiti ESG (Environmental, Social, Governance) e dalla frammentazione/complessità dei questionari da compilare per la rendicontazione di sostenibilità. Le proposte al Legislatore riguardano la semplificazione dell’accesso ai fondi pubblici per le piccole e medie imprese, l’armonizzazione e il supporto nella compilazione dei questionari ESG e l’individuazione di un set minimo di indicatori comune a livello europeo per valorizzare il contributo delle aziende di piccole dimensioni.